Idee di dafneco87
Anche il colore della luce è importante. Se per la luce d’ambiente abbiamo scelto una temperatura neutra, per la luce d’atmosfera possiamo optare per un bianco più caldo o aranciato, intorno ai 3000 K. Per concludere ci occupiamo pure della luce funzionale. Per facilitare le attività di lettura a letto o di maquillage alla toeletta dobbiamo predisporre delle luci dirette dove servono. È il caso di faretti a incasso o pendenti in prossimità di comodini o abat-jour che andremo ad accendere solo al bisogno.
La camera da letto L’illuminazione della camera da letto è tra le più complesse. Anche qui, infatti, è consigliabile procedere per piani di luce. Innanzitutto penseremo a un’illuminazione d’ambiente, ossia all’illuminazione generale della stanza, meglio se proveniente dall’alto, che permetta di fruire comodamente dello spazio ad esempio quando si rassetta o ci si veste al mattino. Risolta la luce d’ambiente passiamo all’allestimento della luce d’atmosfera. Intendiamo con questa la luce che crea intimità e predisponga al riposo. Evitiamo di eccedere con la quantità di luce ed è meglio prediligere fonti luminose indirette, come lampade da tavolo, da terra o strip a Led nascoste in tagli a soffitto ben posizionati.
Il bagnoIl bagno è ormai diventato la proiezione del desiderio di comfort e relax. Ha pertanto assunto forme e finiture sempre più ricercate e forse si è persa di vista l’importanza del suo utilizzo quotidiano. È la prima stanza in cui entriamo al mattino e l’ultima che abbandoniamo prima di andare a dormire: è importante perciò illuminarla bene.Anche qui una plafoniera o delle applique forniranno luce a tutto l’ambiente, meglio se indiretta per evitare contrasti forti. L’area dello specchio dovrà essere provvista di una luce aggiuntiva, funzionale, per illuminare il viso e facilitare le operazioni di rasatura o make-up. Il risultato sarà migliore se la luce arriverà da entrambi i lati e se a essere illuminato sarà il volto e non lo specchio.
La sala da pranzoNell’illuminazione del tavolo da pranzo è sempre ben gradita una lampada a sospensione, ossia un lampadario, al quale affidiamo più di un compito. A tavola infatti ci si siede per condividere il cibo, raccontarsi, e trascorrere momenti di intimità. La tavola è il simbolo dell’ospitalità e il fulcro stesso della famiglia, e la luce a sospensione focalizzando lo sguardo su di essa ne riconosce la centralità. Dal punto di vista tecnico, inoltre, la luce diretta dall’alto consente di illuminare tutta la stanza e soprattutto i piatti. In questo modo si evidenziano con forti contrasti i colori e la composizione delle pietanze. Delle luci perimetrali e soffuse contribuiscono poi a creare atmosfera e a smorzare le ombre.
«Un sistema di illuminazione con più fonti, quindi, da comporre assecondando esigenze specifiche e gusti estetici. Fra le possibilità si può pensare di utilizzare un lampadario che scenda sul tavolo o due/tre soluzioni pendenti più piccole che, oltre a illuminare, possano anche servire a separare otticamente le funzioni del nostro spazio. In questo modo, basterà spegnere queste luci per restituire all’open space la sua connaturata atmosfera di relax».
In cucina«In fase di progettazione dell’illuminazione della cucina non bisogna dimenticare che si tratta di un ambiente operativo», spiega Steven Palombi.«La componente estetica quindi, per quanto importante, in questo spazio deve sempre “sottostare”, ed essere conciliante, con la componente funzionale, fondamentale in una zona come questa non solo molto utilizzata, ma anche fortemente sollecitata da elementi come acqua e calore».
LaminamI top in Laminam sono caratterizzati dallo spessore ridotto, essendo lastre di soli 3 mm che si ottengono da una miscela di materie prime naturali. Infatti il processo di produzione prevede che le materie di base, quali argille di cava, rocce granitiche, pigmenti ceramici, vengano macinati a umido e poi compattati e sinterizzati alla temperatura di 1.300 °C. La sottile superficie prodotta è caratterizzata da un’alta resistenza all’usura ma anche ai solventi o detergenti.
Il piano di lavoro si presenta opaco, anti impronta e soft-touch.Il nome Fenix rimanda alla capacità di rigenerarsi da eventuali graffi superficiali grazie alla termoriparabilità. La manutenzione è oltretutto semplice e veloce: si ricorre a un panno preriscaldato che va strofinato sulla parte danneggiata: il calore fa il resto.
Fenix Tra i materiali tecnologicamente all’avanguardia il Fenix è certamente tra i più innovativi e particolarmente idoneo a soluzioni estetiche raffinate e attuali. L’impiego di nanotecnologie consente durante la fase di produzione di ottenere una superficie esterna che, trattata con resine acriliche di nuova generazione, indurite e fissate attraverso uno speciale processo, risulta resistente all’usura e cromaticamente stabile.
PaperstoneAltra gradita new entry nel mondo dei piani da lavoro è il Paperstone. Ecologico fin dalla fase di produzione, è anch’esso un materiale composito ma costituito al 100% da carta da ufficio riciclata più resine a base di acqua e oli ottenuti da gusci di anacardi.Il top in Paperstone si presenta piacevole al tatto e alla vista, richiamando l’aspetto della pietra naturale.
È possibile trovare il Viroc anche in altri colori e, più precisamente, in bianco, giallo, rosso e ocra. Altre caratteristiche del materiale sono la resistenza ai raggi UV e alle condizioni meteorologiche, la forte opacità, l’essere inodore, ignifugo e atossico. Non contiene componenti volatili pericolosi come l’asbesto o la formaldeide. Un ottimo materiale, quindi, ma non è rinnovabile né biodegradabile.
5. Paraschizzi con fugheUn altro errore comune è scegliere il paraschizzi di mattonelle, perché, come spiega Franco Moro, «lo sporco si deposita tra le fughe ed è più difficile da mantenere pulito. Il vetro o il quarzo, sono la soluzione ottimale, perché privi di fughe e resistenti anche a detergenti più aggressivi».Guida Houzz: Materiali e Soluzioni per il Paraschizzi in Cucina
4. Piano cottura accanto al lavaboPassiamo all’organizzazione dello spazio, l’errore più comune? Oscar Cifarelli e Franco Moro non hanno dubbi: collocare il piano cottura accanto al lavabo. Meglio frapporre un elemento, idealmente la lavastoviglie, e lasciare libera la porzione di top fra l’uno e l’altro. Sarà un piano d’appoggio comodo e terrà abbastanza lontani acqua e fuoco.
6. Trascurare i propri bisogniL’errore: Un costoso tappeto in seta e un divano in velluto chiaro – anche con i bambini che corrono per casa? Non sono le scelte giuste. Così come non va bene un grande tavolo da pranzo se a casa siete solo in due. Così va meglio: Nell’arredare casa, non dovete dimenticare le vostre necessità perché siete voi che ci dovete abitare, non gli altri. Chiedetevi quindi di che cosa avete davvero bisogno. Quello che forse è chic può rivelarsi non pratico – e alla fine, nella vita di tutti i giorni, vi irrita più di quanto non vi renda contenti. Per arredare casa con maestria, affidatevi a un interior designer della vostra zona.
3. Disporre tutti i mobili contro il muroL’errore: Il divano contro una parete, l’armadio contro l’altra e a destra e a sinistra i cassettoni; molte persone tendono a sistemare tutti quanti i mobili contro la parete. Spesso l’effetto è monotono e con lo spazio libero al centro non si sa da dove cominciare.Così va meglio: Trovate il centro della stanza! Due divani creano un salottino nel centro, una libreria messa di traverso diventa un divisorio (naturalmente solo se le dimensioni della stanza lo consentono). Anche una poltrona leggermente in avanti può fare miracoli nelle stanze piccole. E anche il letto in camera non deve stare per forza contro la parete!
In: giungla Out: deserto Lo stile Jungalow sbarca anche in bagno dove crescono felici le piante che richiedono ambienti umidi. Le specie più rigogliose rubano la scena alle piante grasse, con cui possono comunque convivere in verde armonia.Tenere le Piante in Bagno Fa Bene? Sì (a Te e Anche alle Piante)Cosa ne pensi: quale tendenza abbraccerai e quale invece non vedrai mai nei tuo bagno? Condividi la tua opinione nei Commenti.
In: rubinetto satinato Out: rubinetto lucidoNovità anche in tema di rubinetteria dove l’acciaio satinato ruba la scena all’acciaio lucido. L’idea in più? Abbinare il materiale di rubinetti e termoarredo.
In: doccia filo pavimento Out: piatto doccia A proposito della doccia: si afferma definitivamente il piatto a filo pavimento, possibile anche grazie a materiali e tecniche di pendenza e scarico sempre più raffinati e affidabili. Cade anche un altro tabù: la doccia in corrispondenza della finestra. Il classico piatto doccia in ceramica ci sembra improvvisamente noioso, a meno che non sia bellissimo e su misura (e sul mercato ce ne sono di molto interessanti).
In: pareti rivestiteOut: pareti dipinte Tramonta la tendenza di dipingere le pareti a smalto che tornano a essere rivestite di piastrelle, anche fino al soffitto. Tinta unita ma non solo: i pattern grafici trionfano e non sono più un tabù neanche nei bagni piccoli.
In: doccia per due Out: soffione centraleDoccia ampia? Usiamola in due, sostituendo il grande soffione centrale – oggetto del desiderio di molti negli ultimi anni – con due soffioni standard, ciascuno con il suo rubinetto e la sua temperatura dell’acqua. Per non litigare e ottimizzare i tempi.
La cabina armadio Anche per questo ambiente bisogna stare attenti e scegliere la giusta illuminazione. Il tipo di luce è strettamente funzionale: eviteremo un flusso luminoso debole ma anche troppo forte per evitare l’abbagliamento. Ma ciò cui dobbiamo fare massima attenzione è, a mio avviso, la scelta della temperatura della luce. Affinché i colori degli abiti vengano restituiti correttamente ai nostri occhi la luce dovrà essere bianca naturale, intorno ai 4200 K, e altrettanto importante è l’acquisto di una buona sorgente luminosa che abbia un CRI pari a 85 o superiore.Altro40 Idee per la Coppia Superstar in Bagno, Ovvero Lampada e Specchio
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