3 Storie di Giardinaggio Estremo nel Grande Nord
Il racconto di chi pratica l’arte e la tecnica del giardinaggio in zone come la Russia, il Maine e il Nord della Svezia
Combattono la neve, il vento, il buio, l’umidità, e talvolta anche il calore, con l’obiettivo di aiutare le piante a crescere durante la breve ma splendida stagione del giardinaggio: ciascuno nel proprio paese – Russia, Stati Uniti e Svezia – questi tre giardinieri approfittano dei pochi mesi nei quali ortaggi, fiori, alberi e arbusti tornano in vita. Tre professionisti raccontano qui le loro esperienze e condividono alcuni consigli utili per coltivare un giardino negli angoli più freddi dell’emisfero boreale.
Un esperto in tema di coltivazioni, inoltre, spiega il segreto della bontà eccezionale dei frutti rossi che crescono alle temperature meno miti. E, per finire, l’architetto paesaggista Annika Zetterman ci offre una serie di spunti su come trasformare il giardino in un piccolo paradiso quando arriva la neve.
Un esperto in tema di coltivazioni, inoltre, spiega il segreto della bontà eccezionale dei frutti rossi che crescono alle temperature meno miti. E, per finire, l’architetto paesaggista Annika Zetterman ci offre una serie di spunti su come trasformare il giardino in un piccolo paradiso quando arriva la neve.
In Russia, le zone climatiche sono classificate in una scala che va da 1 (l’area più fredda, con temperature minime di -45 °C) a 8 (quella più calda).
Anche il sistema svedese prevede otto zone: in questo caso, però, se la zona 1 corrisponde a quella più calda, la zona 8 è quella più fredda e non sono date indicazioni specifiche sulle relative temperature.
Andiamo quindi alla scoperta dell’arte del giardinaggio in tre contesti molto diversi fra loro e in tre differenti paesi, alle latitudini comprese tra i 45° N e i 63° N.
Anche il sistema svedese prevede otto zone: in questo caso, però, se la zona 1 corrisponde a quella più calda, la zona 8 è quella più fredda e non sono date indicazioni specifiche sulle relative temperature.
Andiamo quindi alla scoperta dell’arte del giardinaggio in tre contesti molto diversi fra loro e in tre differenti paesi, alle latitudini comprese tra i 45° N e i 63° N.
Portland, Maine, Stati Uniti
Lat. 45° N, Long. 69° W
Nome: Seana Cullinan, Larkspur Design, giardiniera da 13 anni
Zona: 5b (USDA)
Temperatura: fino a -15 °C in inverno e a 30-35 °C nel periodo del solstizio
Ore di luce: nel momento del picco si arrivano ad avere 16 ore di luce al giorno
Lat. 45° N, Long. 69° W
Nome: Seana Cullinan, Larkspur Design, giardiniera da 13 anni
Zona: 5b (USDA)
Temperatura: fino a -15 °C in inverno e a 30-35 °C nel periodo del solstizio
Ore di luce: nel momento del picco si arrivano ad avere 16 ore di luce al giorno
Dove svolgi la tua attività di giardinaggio? «Lavoro in gran parte nell’area della Contea di Cumberland, che comprende la regione di Portland, nel sud del Maine. Tutta la regione costiera di questo Stato affacciato sull’Oceano Atlantico è classificata come zona 5b, a prescindere da quanto a nord ci si spinga. L’oceano esercita la sua azione sul clima, rendendolo più mite rispetto a quello delle regioni interne. In estate a volte fa veramente molto caldo, e le condizioni di lavoro talvolta possono essere piuttosto difficili».
Che tipo di piante coltivi? «Mi dedico soprattutto alle varietà autoctone della regione nord-orientale degli Stati Uniti. In generale, si tratta di specie più robuste e resistenti di quelle importate da altri paesi. Peraltro, a differenza delle specie introdotte dall’uomo, queste piante svolgono nell’ecosistema funzioni vitali. La mia maggiore preoccupazione, per molto tempo, è stata quella di creare contesti che risultassero piacevoli e accoglienti per noi esseri umani. Oggi mi sforzo di creare bellezza, armonia e fascino con piante capaci di svolgere, contemporaneamente, anche importanti funzioni dal punto di vista dell’ecosostenibilità. I giardini decorati con piante del posto non hanno mai niente da invidiare a quelli dove trovano spazio le specie “esotiche”».
La lista delle specie originarie di questa zona che io prediligo è lunghissima. Tra le mie preferite ci sono: l’Eupatorium maculatum (detta anche “erba di Joe Pye”, dal nome di un indiano nativo, NdT), ben visibile al centro della foto precedente; l’Asclepias tuberosa (la cosiddetta “erba delle farfalle”); il Delphinium exaltatum (una varietà locale della speronella), l’Agastache foeniculum (anice issopo) e l’Echinacea purpurea (o rudbechia). In questa foto vediamo degli esemplari di Veronica e di Penstemon digitalis ‘Husker Red Improved’. Le piante che preferisco in assoluto per un giardino non troppo esposto al sole sono: l’Iris cristata, la Phlox divaricata, la Tiarella cordifolia e l’Actaea racemosa (o “cimicifuga”)».
Quali sono le maggiori sfide da affrontare per coltivare un giardino nel Maine? «La durata breve della stagione. Abbiamo a disposizione soltanto cinque mesi effettivi all’anno».
Cos’è che rende così attraente e piacevole l’arte del giardinaggio in un clima ostile? «La gioia e il senso di vera e propria estasi che accompagnano il ritorno della primavera dopo un lungo e tetro inverno. Ogni volta ci si sente di fronte a un miracolo».
Quali sono le maggiori sfide da affrontare per coltivare un giardino nel Maine? «La durata breve della stagione. Abbiamo a disposizione soltanto cinque mesi effettivi all’anno».
Cos’è che rende così attraente e piacevole l’arte del giardinaggio in un clima ostile? «La gioia e il senso di vera e propria estasi che accompagnano il ritorno della primavera dopo un lungo e tetro inverno. Ogni volta ci si sente di fronte a un miracolo».
Novosibirsk, Russia
Lat. 55° N, Long. 82° E
Nome: Katerina Galkina, giardiniera da nove anni
Zona: 3
Temperatura: in inverno può raggiungere i -43 °C e in estate arriva fino a 37 °C
Ore di luce: una media di 10 ore in luglio e di un’ora e mezzo in dicembre
Dove svolgi la tua attività di giardinaggio? «A Novosibirsk, nella Russia centrale. Il clima è continentale, con significative variazioni stagionali. In inverno questa zona è soggetta a costanti venti freddi e perfino a violente bufere, a causa della vicinanza con il lago artificiale di Obsk. Solitamente il primo giorno di neve coincide con la festa dell’Intercessione della Vergine Maria (il 14 ottobre), ma capita anche che la neve arrivi un po’ più tardi. Abbiamo circa un metro di neve per tutto l’inverno, fino a metà aprile. Nella zona del bassopiano la neve resiste fino all’inizio di maggio: in quel mese non è infrequente assistere a tempeste di neve. In estate, poi, spesso grandina, a danno dei vegetali a foglia larga, come le piante di genere Hosta e Canna o le dalie».
Lat. 55° N, Long. 82° E
Nome: Katerina Galkina, giardiniera da nove anni
Zona: 3
Temperatura: in inverno può raggiungere i -43 °C e in estate arriva fino a 37 °C
Ore di luce: una media di 10 ore in luglio e di un’ora e mezzo in dicembre
Dove svolgi la tua attività di giardinaggio? «A Novosibirsk, nella Russia centrale. Il clima è continentale, con significative variazioni stagionali. In inverno questa zona è soggetta a costanti venti freddi e perfino a violente bufere, a causa della vicinanza con il lago artificiale di Obsk. Solitamente il primo giorno di neve coincide con la festa dell’Intercessione della Vergine Maria (il 14 ottobre), ma capita anche che la neve arrivi un po’ più tardi. Abbiamo circa un metro di neve per tutto l’inverno, fino a metà aprile. Nella zona del bassopiano la neve resiste fino all’inizio di maggio: in quel mese non è infrequente assistere a tempeste di neve. In estate, poi, spesso grandina, a danno dei vegetali a foglia larga, come le piante di genere Hosta e Canna o le dalie».
Che tipo di piante coltivi? «Nella terza zona climatica della Russia, l’essenziale è saper selezionare le piante resistenti al gelo. Curare le varietà annuali e perenni è semplice: io coltivo diverse specie di piante ornamentali da fiore e da fogliame. La maggior parte delle piante annuali e degli ortaggi si coltiva da seme. Le varietà perenni sono protette dal gelo da un solido strato di neve. Più problemi, invece, pongono gli alberi da frutto e gli arbusti ornamentali».
«Per quanto riguarda gli alberi da frutto, io coltivo meli, peri, prugni e ciliegi. Questa regione ha proprie varietà di albicocco e di vite, ma io nel mio terreno non ne ho. In compenso, crescono rigogliosi i pini, capaci di adattarsi perfettamente al clima siberiano. Questa zona è ottima anche per le varietà locali dell’abete, per il ginepro (compreso il ginepro sabino), il ciliegio a grappoli, la betulla, il lillà, il tiglio, il sorbo e il viburno».
Quali sono le maggiori sfide da affrontare per coltivare un giardino a Novosibirsk? «Quando si scelgono le piante, è sempre bene scegliere una varietà locale. Per quanto riguarda le difficoltà vere e proprie, coprire le rose per l’inverno è un’operazione alquanto difficile».
Cos’è che rende così attraente e piacevole l’arte del giardinaggio in un clima ostile? «Dopo sei-sette mesi di panorama totalmente candido, vedere dei colori brillanti nel mio giardino mi dà una grande gioia. I giardini della nostra regione forse sono criticabili per essere esageratamente colorati, ma credo che sia un peccato perdonabile».
Cos’è che rende così attraente e piacevole l’arte del giardinaggio in un clima ostile? «Dopo sei-sette mesi di panorama totalmente candido, vedere dei colori brillanti nel mio giardino mi dà una grande gioia. I giardini della nostra regione forse sono criticabili per essere esageratamente colorati, ma credo che sia un peccato perdonabile».
Östersund, Svezia
Lat. 63° N, Long. 15° E
Nome: Marie Gunnarsson, giardiniera a tempo pieno dal 2000
Zona: 6
Temperatura: «La temperatura media in inverno è di circa -8 °C, ma a volte si abbassa fino a toccare i -30 °C. Al solstizio d’estate, due anni fa, c’erano soltanto 4 °C, ma normalmente, in media, in quel periodo siamo attorno ai 15 °C».
Ore di luce: «Nel mese di giugno, in media, abbiamo circa 8,4 ore di luce… provate a confrontarle con la media di mezz’ora del mese di dicembre».
Dove svolgi la tua attività di giardinaggio? «A Krokom, vicino a Östersund, nella provincia dello Jämtland. Ho aperto il mio vivaio, Maries Trädgård, nel 2003. Nella nostra fattoria teniamo anche animali, ma io avevo bisogno di coltivare qualcosa e di tenere le mani nella terra. Il clima, qui, è un po’ più mite rispetto alla media di queste latitudini, grazie ai venti che scendono dall’Atlantico attraverso un passaggio tra le montagne. In questa zona abbiamo molti produttori di alimenti biologici, tanto che Östersund è stata inserita nella lista delle Città Creative per la Gastronomia dell’UNESCO».
Lat. 63° N, Long. 15° E
Nome: Marie Gunnarsson, giardiniera a tempo pieno dal 2000
Zona: 6
Temperatura: «La temperatura media in inverno è di circa -8 °C, ma a volte si abbassa fino a toccare i -30 °C. Al solstizio d’estate, due anni fa, c’erano soltanto 4 °C, ma normalmente, in media, in quel periodo siamo attorno ai 15 °C».
Ore di luce: «Nel mese di giugno, in media, abbiamo circa 8,4 ore di luce… provate a confrontarle con la media di mezz’ora del mese di dicembre».
Dove svolgi la tua attività di giardinaggio? «A Krokom, vicino a Östersund, nella provincia dello Jämtland. Ho aperto il mio vivaio, Maries Trädgård, nel 2003. Nella nostra fattoria teniamo anche animali, ma io avevo bisogno di coltivare qualcosa e di tenere le mani nella terra. Il clima, qui, è un po’ più mite rispetto alla media di queste latitudini, grazie ai venti che scendono dall’Atlantico attraverso un passaggio tra le montagne. In questa zona abbiamo molti produttori di alimenti biologici, tanto che Östersund è stata inserita nella lista delle Città Creative per la Gastronomia dell’UNESCO».
Che tipo di piante coltivi? «Nel vivaio cominciamo a lavorare con ortaggi ed erbe già nei primi mesi dell’anno, per poi aprire al pubblico in aprile. Riforniamo i negozi del posto di timo, basilico e origano, ma da noi si possono trovare anche pomodori, zucca, cetrioli e meloni. Vendiamo anche alberi, arbusti e piante perenni, che però ci procuriamo a nostra volta da fornitori e non coltiviamo direttamente. Il nostro vivaio è anche un punto di esposizione, dove i clienti vengono a prendere spunto per i loro giardini. Seppure ci troviamo nella cosiddetta zona 6, possiamo far conoscere alla nostra clientela anche gli alberi della zona 3, che coltiviamo, e possiamo procurarne esemplari a chi ce li richiede».
Quali sono le maggiori sfide da affrontare per coltivare un giardino a Östersund? «L’intensità di questo lavoro. La stagione è davvero corta. Qui l’inverno è molto, molto lungo. Seguono un paio di giorni di primavera, e poi… boom! Arriva l’estate. Esiste però qualche trucco per far sopravvivere la pianta, senza dover ricorrere per forza alla copertura invernale. Per esempio, io faccio sempre in modo che attorno alle radici la terra sia ben drenata, così da evitare che queste gelino. Stiamo anche attenti a non sovralimentarle durante l’autunno, così che sappiano quando devono cominciare a prepararsi per l’inverno».
Cos’è che rende così attraente e piacevole l’arte del giardinaggio in un clima ostile? «Ancora una volta: l’intensità di questo lavoro. E io sogno di riuscire un giorno ad avere un frutteto di pesco: cinque, o chissà, sette alberi. Ho avuto modo di gustare una pesca cresciuta in questa regione, ed è stata la pesca più dolce e croccante che avessi mai assaggiato: il risultato della combinazione della lunghezza delle giornate ‒ che favorisce la fotosintesi e la concentrazione dello zucchero nei frutti ‒ e delle nottate».
Il clima freddo può rivelarsi un asso nella manica per i giardinieri
Marie Gunnarsson non è l’unica a soffermarsi sulla descrizione del gusto delizioso della frutta e della verdura che cresce nei climi più aspri.
Einar Risvik è ricercatore senior presso il Nofima, uno dei principali istituti europei di ricerca applicata in campo alimentare e nel settore dell’allevamento dei pesci e dell’acquacoltura. La sede centrale dell’istituto è a Tromsø, in Norvegia. Lo studioso spiega che i prodotti della terra coltivati alle latitudini settentrionali hanno qualità che differiscono da quelle dei loro omologhi provenienti da regioni più meridionali.
«Le temperature sono marcatamente più basse, ma il numero delle ore di luce solare è molto maggiore, il che implica una crescita più lenta, ma significa anche meno parassiti. E quest’ultimo fenomeno, in particolare, rende più semplice coltivare la terra in modo ecosostenibile e senza dover ricorrere all’utilizzo di pesticidi».
Marie Gunnarsson non è l’unica a soffermarsi sulla descrizione del gusto delizioso della frutta e della verdura che cresce nei climi più aspri.
Einar Risvik è ricercatore senior presso il Nofima, uno dei principali istituti europei di ricerca applicata in campo alimentare e nel settore dell’allevamento dei pesci e dell’acquacoltura. La sede centrale dell’istituto è a Tromsø, in Norvegia. Lo studioso spiega che i prodotti della terra coltivati alle latitudini settentrionali hanno qualità che differiscono da quelle dei loro omologhi provenienti da regioni più meridionali.
«Le temperature sono marcatamente più basse, ma il numero delle ore di luce solare è molto maggiore, il che implica una crescita più lenta, ma significa anche meno parassiti. E quest’ultimo fenomeno, in particolare, rende più semplice coltivare la terra in modo ecosostenibile e senza dover ricorrere all’utilizzo di pesticidi».
La rigidità della stagione fredda aiuta anche a eliminare funghi, batteri, insetti e virus, con un conseguente minore ricorso a prodotti chimici. «Le piante che crescono in terra, però, non possono sfuggire a questi attacchi dannosi, così molti ortaggi ‒ come per esempio le carote ‒ hanno sviluppato sostanze dal sapore molto intenso che i parassiti non gradiscono. Queste componenti, di solito abbastanza amare, sono prodotte per difendere la pianta. Di conseguenza, la verdura che cresce nei terreni più freddi, e sottoposti in misura minore all’attacco dei parassiti, ha un sapore diverso. Se misuriamo la quantità di zucchero contenuta in una carota proveniente dalla regione del Finnmark (oltre il circolo polare artico), questa è uguale a quella di una carota coltivata in Norvegia meridionale. Il sapore, però, è molto più dolce: questo accade perché l’ortaggio non ha prodotto le sue difese dal sapore amaro. E la verdura conserva per tutta l’estate quel buon saporino delle primizie di primavera!».
L’ambiente esercita la sua influenza anche sulla consistenza di frutta e ortaggi. In un terreno freddo, dove la crescita è lenta, i prodotti della terra crescono freschi e croccanti, e non risultano affatto molli e umidi.
«Questo è particolarmente evidente nelle mele», spiega Risvik. «Questa frutta raggiunge il suo picco di crescita a inizio estate. Il tutto avviene rapidamente, perché fa caldo. I frutti sono morbidi e quasi trasparenti, a differenza di quelli invernali, che sono più duri, più acidi, aromatici e zuccherini. Lo zucchero protegge il frutto e gli dona un aroma più ricco e un sapore più complesso».
«Questo è particolarmente evidente nelle mele», spiega Risvik. «Questa frutta raggiunge il suo picco di crescita a inizio estate. Il tutto avviene rapidamente, perché fa caldo. I frutti sono morbidi e quasi trasparenti, a differenza di quelli invernali, che sono più duri, più acidi, aromatici e zuccherini. Lo zucchero protegge il frutto e gli dona un aroma più ricco e un sapore più complesso».
Ma sono i frutti rossi quelli che fanno venire l’acquolina in bocca al nostro esperto: «Tutti i frutti piccoli, che crescono all’altezza del terreno, sono pieni di colore e di antiossidanti. Queste sostanze proteggono il frutto dal sole, che, grazie al gran numero delle ore di luce solare estiva, cresce vibrante di colore e gusto. Il sapore dei bringebær (lamponi) di Alta e di Tromsø mi delizia».
Come approfittare degli inverni più lunghi
Quando si avvicina la fine dell’estate, l’inverno è già dietro l’angolo e in località come Novosibirsk e Östersund la neve arriverà presto a coprire, per molti mesi, i giardini. Questo non significa che i professionisti del verde debbano considerare i mesi freddi come periodi da non sfruttare.
Annika Zetterman, esperta svedese di architettura del paesaggio, ci ricorda che le opportunità per coltivare un giardino anche in inverno non mancano. Ecco i cinque punti chiave da non tralasciare, se vogliamo creare un meraviglioso giardino anche quando è candido di neve.
Quando si avvicina la fine dell’estate, l’inverno è già dietro l’angolo e in località come Novosibirsk e Östersund la neve arriverà presto a coprire, per molti mesi, i giardini. Questo non significa che i professionisti del verde debbano considerare i mesi freddi come periodi da non sfruttare.
Annika Zetterman, esperta svedese di architettura del paesaggio, ci ricorda che le opportunità per coltivare un giardino anche in inverno non mancano. Ecco i cinque punti chiave da non tralasciare, se vogliamo creare un meraviglioso giardino anche quando è candido di neve.
I 5 segreti di un giardino invernale magico
1. Strutture verticali
Giocare con altezze diverse permette di creare soluzioni interessanti in un giardino, specie laddove la neve è particolarmente alta. Cercate di alternare elementi rigidi ad altri più morbidi: la combinazione di elementi decorativi e strutturali renderà l’insieme gradevole e accogliente. L’utilizzo di fitte siepi e di alti alberi ornamentali – non limitatamente all’area del perimetro dello spazio verde – consentirà poi di spezzare la vista in più direzioni.
2. Illuminazione
L’illuminazione regala ai giardini una nuova dimensione, specialmente durante l’inverno. La luce indiretta contribuisce a dare risalto alle forme più varie, come può essere il profilo di un albero decorativo o di una pianta ornamentale. Le fonti di luce diretta, come quelle sistemate lungo i vialetti di accesso e il parcheggio, devono essere posizionate in alto e chiaramente visibili, in modo da non essere sepolte in caso di forti nevicate. Pianificate sempre attentamente l’illuminazione, non dimenticando anche l’importanza del buio. Un’illuminazione troppo intensa rischia di non valorizzare gli spazi e anche di disturbare la vita notturna degli eventuali animali selvatici della zona.
1. Strutture verticali
Giocare con altezze diverse permette di creare soluzioni interessanti in un giardino, specie laddove la neve è particolarmente alta. Cercate di alternare elementi rigidi ad altri più morbidi: la combinazione di elementi decorativi e strutturali renderà l’insieme gradevole e accogliente. L’utilizzo di fitte siepi e di alti alberi ornamentali – non limitatamente all’area del perimetro dello spazio verde – consentirà poi di spezzare la vista in più direzioni.
2. Illuminazione
L’illuminazione regala ai giardini una nuova dimensione, specialmente durante l’inverno. La luce indiretta contribuisce a dare risalto alle forme più varie, come può essere il profilo di un albero decorativo o di una pianta ornamentale. Le fonti di luce diretta, come quelle sistemate lungo i vialetti di accesso e il parcheggio, devono essere posizionate in alto e chiaramente visibili, in modo da non essere sepolte in caso di forti nevicate. Pianificate sempre attentamente l’illuminazione, non dimenticando anche l’importanza del buio. Un’illuminazione troppo intensa rischia di non valorizzare gli spazi e anche di disturbare la vita notturna degli eventuali animali selvatici della zona.
3. Sicurezza
Accertatevi che sentieri e vialetti di uso frequente siano progettati e realizzati con cura, utilizzando materiali non scivolosi e facili da mantenere. Il granito, per esempio, è denso e, a differenza dell’arenaria, non assorbe l’acqua, che può causare spaccature. Inoltre, la consistenza ruvida di questa pietra offre un’ottima base antiscivolo sia in inverno che in estate.
Progettate il vialetto di accesso a casa in modo che sia ampio a sufficienza da garantire comodità e sicurezza. In presenza di scalinate ripide possono rendersi necessari il ricorso a un corrimano e l’utilizzo di pietra solida per le aree di accesso. In queste zone bisognerebbe evitare quanto possibile l’accumulo di acqua per prevenire la formazione di ghiaccio.
4. Una grande fantasia di piante!
Durante l’inverno i giardini possono assumere straordinarie gamme di colori, ma la palette sarà completamente differente da quella cui siamo abituati in estate. Il segreto per ottenere un giardino altrettanto affascinante di quello che cresce rigoglioso nei mesi estivi? Combinare i verdi scuro, i grigi argentati e i toni lime delle sempreverdi con le mille sfumature delle cortecce, delle pallide piante perenni e delle erbe.
Diverse varietà di Calamagrostis, come la Calamagrostis ‘Karl Foerster’ e la Calamagrostis acutiflora ‘Overdam’, sono erbe che resistono in modo fantastico all’inverno. Piante perenni come l’Achillea e l’Echinacea mantengono a lungo i loro vigorosi e architettonici fiori. Piante sempreverdi come l’elleboro (Helleborus), il bosso (Buxus) e il pino (Pinus) sono altrettanto da prendere in considerazione.
Accertatevi che sentieri e vialetti di uso frequente siano progettati e realizzati con cura, utilizzando materiali non scivolosi e facili da mantenere. Il granito, per esempio, è denso e, a differenza dell’arenaria, non assorbe l’acqua, che può causare spaccature. Inoltre, la consistenza ruvida di questa pietra offre un’ottima base antiscivolo sia in inverno che in estate.
Progettate il vialetto di accesso a casa in modo che sia ampio a sufficienza da garantire comodità e sicurezza. In presenza di scalinate ripide possono rendersi necessari il ricorso a un corrimano e l’utilizzo di pietra solida per le aree di accesso. In queste zone bisognerebbe evitare quanto possibile l’accumulo di acqua per prevenire la formazione di ghiaccio.
4. Una grande fantasia di piante!
Durante l’inverno i giardini possono assumere straordinarie gamme di colori, ma la palette sarà completamente differente da quella cui siamo abituati in estate. Il segreto per ottenere un giardino altrettanto affascinante di quello che cresce rigoglioso nei mesi estivi? Combinare i verdi scuro, i grigi argentati e i toni lime delle sempreverdi con le mille sfumature delle cortecce, delle pallide piante perenni e delle erbe.
Diverse varietà di Calamagrostis, come la Calamagrostis ‘Karl Foerster’ e la Calamagrostis acutiflora ‘Overdam’, sono erbe che resistono in modo fantastico all’inverno. Piante perenni come l’Achillea e l’Echinacea mantengono a lungo i loro vigorosi e architettonici fiori. Piante sempreverdi come l’elleboro (Helleborus), il bosso (Buxus) e il pino (Pinus) sono altrettanto da prendere in considerazione.
5. Punti focali
Non sottovalutate l’eleganza di certi piccoli, e non scontati, dettagli, come per esempio la presenza di una mangiatoia per uccelli o di una pila di legna da ardere accatastata in un angolo del giardino: questi elementi attireranno l’attenzione alla stessa stregua di una statua o di una scultura. Negli inverni più gelidi, gli animali selvatici hanno bisogno di noi. Se cominciate ad aiutare gli uccellini, accertatevi di continuare a farlo mettendo a loro disposizione del cibo finché non saranno in grado di trovarne da soli.
Inoltre, quando si pianifica un giardino, vale la pena prendere in considerazione di installare strutture come pergole, graticci e serre che riprendano lo stile della casa e del giardino: durante l’inverno sono ancora più visibili e attirano maggiormente l’attenzione che in estate.
Altro
Attenti allo Gnomo! Come creare Giardini Incantati da Libro di Fiabe
Questo Ideabook è stato originariamente pubblicato sul Magazine italiano il 9 novembre 2016 e poi aggiornato
Non sottovalutate l’eleganza di certi piccoli, e non scontati, dettagli, come per esempio la presenza di una mangiatoia per uccelli o di una pila di legna da ardere accatastata in un angolo del giardino: questi elementi attireranno l’attenzione alla stessa stregua di una statua o di una scultura. Negli inverni più gelidi, gli animali selvatici hanno bisogno di noi. Se cominciate ad aiutare gli uccellini, accertatevi di continuare a farlo mettendo a loro disposizione del cibo finché non saranno in grado di trovarne da soli.
Inoltre, quando si pianifica un giardino, vale la pena prendere in considerazione di installare strutture come pergole, graticci e serre che riprendano lo stile della casa e del giardino: durante l’inverno sono ancora più visibili e attirano maggiormente l’attenzione che in estate.
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Solitamente i giardinieri non fanno riferimento alle località geografiche chiamandole per nome, adottando, piuttosto, il concetto di “zona”. Il sistema in uso negli Stati Uniti, per esempio, è quello che è stato sviluppato dal Dipartimento per l’Agricoltura statunitense (l’USDA, United States Department of Agriculture). La mappa USDA delle zone di rusticità (resistenza alle minime invernali) viene utilizzata anche in diversi altri paesi e comprende le fasce climatiche che vanno dalla cosiddetta zona 1a, caratterizzata da temperature minime annuali che variano minacciosamente da -50 °C a -48 °C, fino alla calda zona 13b, dove le minime annuali vanno dai 18 °C ai 21°C.
Guida Houzz: Come Riconoscere la Zona Climatica del tuo Giardino